L'intervista di Luca Cozzi

Intervista con Alberto Bianchini


Oggi, nel nostro salotto virtuale, abbiamo ospite Alberto Bianchini, autore del romanzo Volo di Nascosto, di cui abbiamo parlato il mese scorso in questo stesso blog.
volodinascosto
Alberto, il protagonista del tuo romanzo è un ragazzo di liceo che, in una notte più speciale delle altre, dà una svolta alla propria vita e decide di fare qualcosa di apparentemente fuori di testa: c’è qualcosa di autobiografico in questa vicenda?
R.) Fino ad un certo punto: il liceo l’ho fatto anche io (scientifico invece del classico), di cose pazze pure, ma non mi sono mai spinto fino a tanto.
Quale messaggio, magari non del tutto esplicito, vorresti che il lettore riuscisse a cogliere, leggendo il tuo romanzo?
R.) Il libro porta un messaggio molto profondo che, proprio per come è strutturato, il lettore può cogliere solo alla fine, comprendendo, in un attimo, che tutto era finalizzato a rafforzarlo. Oltre a questo importante messaggio in tutto il libro ci sono spunti di riflessione su razzismo, tolleranza e confronti fra culture diverse.
Se dovessi utilizzare tre aggettivi per definire il tuo libro, quali sceglieresti?
R.) Avventuroso, onirico (nasce, infatti, da un sogno che ho fatto e come tale va identificato) e formativo, per la crescita del personaggio che il lettore percepisce passo passo condividendo, spero, le sue scoperte e idee.
Scrivere per te è una passione: vorresti che diventasse la tua principale occupazione o ritieni resterà solo un hobby?
R.) ogni persona che ha una passione sogna che questa possa anche diventare la sua principale occupazione. Ritengo, però, che, proprio per il valore stesso di un hobby, questo possa riuscire meglio e in modo più spontaneo se rimane libero dall’onere di dover fruttare sufficiente denaro per mantenere una famiglia.
Perché hai scelto di auto-pubblicare il tuo primo romanzo? Le proposte delle case editrici non ti hanno convinto o la tua è stata una scelta a prescindere?
R.) Se non fosse esistito il self-publishing Volo di Nascostosarebbe rimasto nel cassetto dove si trovava. E’ un discorso complesso ma, per farla breve, il mio percorso è stato guidato dalla completa assunzione di responsabilità di ciò che avevo deciso di pubblicare, senza alcun filtro da parte di una casa editrice tradizionale. Nonostante questa scelta, ho voluto fare le cose “per bene”, affidando il romanzo ad un editor prima della pubblicazione, in modo da presentare ai lettori una storia bella ma anche piacevole da leggere, senza refusi o errori.
Una casa editrice ti comunica il venduto ufficiale solo diversi mesi dopo la fine dell’anno solare. Quindi, se pubblichi un libro a settembre, riceverai il resoconto delle vendite di quei quattro mesi (e, forse, il pagamento dei diritti) solo a primavera o nell’estate successiva. Con il self-publishing, invece, hai la possibilità di monitorare in tempo reale come stanno andando le vendite. Quanto ha influito questo nella tua scelta?
R.) Per nulla. Come ti dicevo, non ho minimamente contemplato l’idea di proporre Volo di Nascosto a una casa editrice tradizionale.
Anche gli aspetti fiscali non vanno sottovalutati: se la pubblicazione avviene tramite una casa editrice tradizionale, allo scrittore spettano i diritti d’autore, sui quali egli pagherà le tasse. Stesso dicasi per gli  e-book, anche se autopubblicati. Ma, nel caso di libri autopubblicati in formato cartaceo, l’autore diventa, agli occhi del fisco, un editore e, come tale, deve aprire una partita IVA con quanto ne consegue e con il rischio, più che concreto, di pagare di tasse più di quanto riesca a guadagnare. Tu come hai affrontato il problema?
R.) Il problema si porrebbe nel caso io facessi stampare i miei libri presso una stamperia e mi preoccupassi della relativa distribuzione. Affidando questo compito a Createspace, la casa editrice di Amazon espressamente creata per il self-publishing, io ricevo, al pari dell’e-book, esclusivamente i diritti d’autore.
Prima hai detto di aver sottoposto il tuo manoscritto ad un editing da parte di un professionista, prima di pubblicarlo: vuoi raccontaci la tua esperienza al riguardo?
R.) Certamente. Reputo questo passo una conditio sine qua nondel self-publishing: ogni autore svuota la propria sacca delle emozioni sulla carta in modo spontaneo creando, in base alle proprie capacità, un testo più o meno accettabile. L’editor, oltre alla importantissima funzione di “mettere in italiano corretto” quello che l’autore ha partorito, riesce, con una visuale completa del testo, a suggerire modifiche importanti basate sullo sviluppo della storia, sulla concretezza dei personaggi, sulla opportunità o meno di sviluppare alcune parti ecc. In definitiva l’editor è il “lettore più stronzo” che ti possa capitare (definizione che si è data da sola la mia Editor!) e che ti fa notare tutto ciò che non va nel tuo romanzo, consigliandoti, con opportuni confronti, su come sistemarlo. Alla fine del lavoro il testo sarà corretto, la storia girerà bene e il lettore avrà di che compiacersi per tutti questi sforzi. L’editing è fondamentale e il bravo editor è quello che si limita a suggerire le eventuali migliorie, lasciando che tutto il romanzo sia frutto del lavoro dell’autore che sarà libero o meno di accogliere i suggerimenti e di svilupparli.
Quali sono gli errori più importanti che ti sei accorto di aver commesso, o che ti ha evidenziato chi ha letto la bozza, nella prima stesura del tuo romanzo?
R.) A dire il vero gli errori di prima stesura erano parecchi e molto vari. Sinceramente ho ri-imparato l’italiano grazie al lavoro fatto con l’editor. Comunque, il difetto che in prima battuta mi era stato contestato era la brevità del racconto. La storia meritava di essere sviluppata di più, soprattutto in alcune parti. Onestamente tanti lettori mi dicono che, a loro giudizio, è ancora troppo breve e la cosa non può che lusingarmi.
Una cosa importantissima: non fidatevi dei vostri occhi. L’autore non può correggersi il romanzo da solo poiché tutti i passaggi, vivi nella sua mente, gli risulteranno privi di errori poiché il suo cervello vedrà solo quello che sa che dovrebbe esserci scritto e non avrà la capacità di cogliere il refuso.
Quali mezzi hai scelto per pubblicizzare il tuo libro? Hai fatto affidamento su amici e conoscenti che già avevi o hai lavorato prima per ‘preparare il terreno’ appositamente per il libro? Se sì, quanto tempo prima e come? Quali consigli ti sentiresti di dare agli esordienti che sono in procinto di pubblicare il loro primo lavoro?
R.) Volo di Nascosto è passato esclusivamente attraverso il canale di Facebook. Durante i lavori di preparazione mi sono iscritto a molti gruppi di lettori e scrittori per avere la sicurezza di procedere nella direzione giusta. Ho partecipato a corsi di self-publishing e ad altre presentazioni di esordienti per formarmi e informarmi. La cosa meravigliosa è stato riscoprire all’interno dei gruppi tanti appassionati di lettura e scrittura che non si sono risparmiati, né in consigli, né in recensioni del mio romanzo, suggerendomi e consigliandomi anche su alcuni brani che ho voluto pubblicare in anteprima. Non è stato un vero e proprio “preparare il terreno”, ma la naturale evoluzione della condivisione di una grande passione, quella per la letteratura.
In un secondo momento ho anche fatto alcune inserzioni mirate alla divulgazione del libro, ma nulla di massivo e invasivo. Ho solo cercato di raggiungere lettori che, non essendo iscritti ai miei stessi gruppi, non erano a conoscenza dell’esistenza di Volo di Nascosto.
Agli autori esordienti che stanno per fare questo passo do un unico consiglio: non illudetevi di poter utilizzare i social come semplice trampolino pubblicitario. Agli appassionati online non importa nulla della esistenza del vostro libro se non sa chi siete. Il mondo di internet vuole avere a che fare con persone reali, vuole sapere chi siete, se vi piace la nutella e se amate i gatti. Quando vi avranno capito come persone e, soprattutto, vi avranno conosciuto e apprezzato, il fatto che il vostro libro diventi oggetto di discussione sarà del tutto naturale. Sarà il modo più rispettoso che avrete per farvi conoscere dai vostri lettori che, a quel punto, non saranno più tali ma veri e propri amici.
Hai recentemente fatto una presentazione presso una libreria Mondadori nel bergamasco. Come hai fatto per organizzarla e, più in generale, hai trovato disponibilità da parte dei librai verso un autore esordiente?
R.) Organizzare una presentazione non è affatto difficile: la gente che lavora nel settore spesso lo fa con una passione tale che non vede l’ora di poter anche solo parlare di libri. Un libraio che ha modo di proporre ai propri clienti un nuovo testo, di discuterlo e sviscerarne gli aspetti, soddisfa non solo le aspettative della sua clientela ma anche le proprie. Ognuno di noi ha una storia diversa da raccontare con un unico filo conduttore: la passione.
Non ho trovato terreno fertile, invece, nelle librerie che dipendono direttamente dalla casa madre, dove le direttive imposte dall’alto non danno spazio ai gestori di muoversi autonomamente.
Dove e quando sono previste le prossime presentazioni del tuo libro?
R.) Tra breve ho in programma una presentazione presso la libreria La Corteccia di Milano, ma i dettagli sono ancora da definire.
Stai lavorando ad un secondo libro? Se sì, è un sequel del primo?
R.) Uno con la passione per la scrittura sta sempre lavorando ad un ulteriore libro ;-)
La traccia dell’orso è il titolo di questo romanzo al quale, a dire il vero, stavo già lavorando prima di Volo di Nascosto e che ho dovuto interrompere per sviluppare la fulminante idea di Volo che mi è nata da un sogno che ho fatto.
Non escludo di scrivere il sequel di Volo di Nascosto o, forse, con un punto di vista differente. È ancora tutto da decidere!

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